Per quasi un secolo è stato considerato un portalampada pensile, una specie di “appendino” per lumini. Invece, il misterioso oggetto di ferro venuto alla luce in un passaggio segreto di un palazzo di Verona potrebbe essere un sofisticato strumento matematico di età medioevale: in origine sarebbe servito per trovare la Qibla, ossia la direzione della Mecca, verso la quale il fedele musulmano si rivolge per pregare; in seguito sarebbe stato un mezzo per redigere le accurate carte geografiche che consentirono alle repubbliche marinare di primeggiare nella navigazione.A riconoscere la funzione dello strumento, e a ricostruire uno scenario del tutto inedito dei rapporti scientifici tra mondo arabo ed europeo all’inizio del medioevo, è un professore dell’Università di Pisa. Pietro Armienti insegna petrografia, ma per passione si interessa di storia della scienza e della matematica.